
Partiamo proprio dal nonostante tutto.
Noi non ci stiamo.
Noi non ci stiamo a questo gioco al massacro.
Noi vogliamo che il Subbuteo torni ad essere uno sport, non un campo dove si scontrano interessi più forti di noi.
Quello che è successo durante il match Noodles - Esperia è vergognoso ed imbarazzante anche solo da raccontare. Prima dell’inizio del campionato in un post avevo avvertito tutti: noi ci ricordiamo di Barletta. Ed in effetti così è stato, ma peggio di Barletta. Quella volta furono un paio di decisioni sciagurate, ma questa è stato un furto in piena regola e a detta di molti anche una partita falsata: fossimo in un paese serio si rigiocherebbe.
Quello che denuncio e che mando con tutti i miei polmoni e fare in culo è il clima di odio e minacce con cui si è giocato il match. Clima che fin da subito ha intimidito il direttore di gara.
Ovviamente paghiamo la nostra posizione laica sulla questione Ratzinger – Sapienza e i manifesti dei nostri giovani. Ma noi siamo uomini liberi fuori dal campo, e vorremmo essere liberi di giocare una partita di Subbuteo, liberamente e con il sorriso sulle labbra.
Difficile parlare di Subbuteo quando l’arbitro, minacciato (sembra che alcuni militanti di Comunione e Liberazione abbiano preso in ostaggio i familiari del direttore di gara per la durata del match) ha assegnato una rete che ha visto solo il patron di Noodles (nemmeno i tifosi papisti, vittime anche loro di questa arroganza, hanno esultato). Difficile parlare di gioco quando non ci viene fischiato un rigore sacrosanto a favore e non vengono presi i dovuti provvedimenti disciplinari. Difficile parlare della partita quando si gioca in questo clima da guerra santa.
Noi non ce l’abbiamo con gli arbitri, sono padri di famiglia pure loro ma con la gazzarra mediatica messa in essere dalle tv papiste e questo clima di odio verso le nostre millenarie posizioni secolari.
In fondo, se pensano di essere tanto nel giusto, perché non invitano la nostra squadra alla apertura dell’anno accademico dell’università La Cattolica?
Fuori la chiesa dai campi, fuori i papa-boys dagli stadi, fuori il clima da guerra santa. E fino a quel momento: andate a fare in culo!!!!!!!!!!!!!!!!!
Luciano Gaucci
Noi non ci stiamo.
Noi non ci stiamo a questo gioco al massacro.
Noi vogliamo che il Subbuteo torni ad essere uno sport, non un campo dove si scontrano interessi più forti di noi.
Quello che è successo durante il match Noodles - Esperia è vergognoso ed imbarazzante anche solo da raccontare. Prima dell’inizio del campionato in un post avevo avvertito tutti: noi ci ricordiamo di Barletta. Ed in effetti così è stato, ma peggio di Barletta. Quella volta furono un paio di decisioni sciagurate, ma questa è stato un furto in piena regola e a detta di molti anche una partita falsata: fossimo in un paese serio si rigiocherebbe.
Quello che denuncio e che mando con tutti i miei polmoni e fare in culo è il clima di odio e minacce con cui si è giocato il match. Clima che fin da subito ha intimidito il direttore di gara.
Ovviamente paghiamo la nostra posizione laica sulla questione Ratzinger – Sapienza e i manifesti dei nostri giovani. Ma noi siamo uomini liberi fuori dal campo, e vorremmo essere liberi di giocare una partita di Subbuteo, liberamente e con il sorriso sulle labbra.
Difficile parlare di Subbuteo quando l’arbitro, minacciato (sembra che alcuni militanti di Comunione e Liberazione abbiano preso in ostaggio i familiari del direttore di gara per la durata del match) ha assegnato una rete che ha visto solo il patron di Noodles (nemmeno i tifosi papisti, vittime anche loro di questa arroganza, hanno esultato). Difficile parlare di gioco quando non ci viene fischiato un rigore sacrosanto a favore e non vengono presi i dovuti provvedimenti disciplinari. Difficile parlare della partita quando si gioca in questo clima da guerra santa.
Noi non ce l’abbiamo con gli arbitri, sono padri di famiglia pure loro ma con la gazzarra mediatica messa in essere dalle tv papiste e questo clima di odio verso le nostre millenarie posizioni secolari.
In fondo, se pensano di essere tanto nel giusto, perché non invitano la nostra squadra alla apertura dell’anno accademico dell’università La Cattolica?
Fuori la chiesa dai campi, fuori i papa-boys dagli stadi, fuori il clima da guerra santa. E fino a quel momento: andate a fare in culo!!!!!!!!!!!!!!!!!
Luciano Gaucci
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